[et_pb_section fb_built=”1″ admin_label=”section” _builder_version=”3.22″][et_pb_row admin_label=”row” _builder_version=”3.25″ background_size=”initial” background_position=”top_left” background_repeat=”repeat” custom_margin=”-44px|auto||auto||”][et_pb_column type=”4_4″ _builder_version=”3.25″ custom_padding=”|||” custom_padding__hover=”|||”][et_pb_text admin_label=”Text” _builder_version=”3.27.4″ background_size=”initial” background_position=”top_left” background_repeat=”repeat”]
Una paziente, ricoverata presso un Centro di Riabilitazione per gli esiti di un ictus, ha scritto su mia richiesta una breve testimonianza, promettendo di continuare nei prox giorni…
“Il mostro che ha ghermito. parte del mio cervello ha sferzato il suo attacco improvviso la mattina del 29 aprile quando nella casina mi ero svegliata presto perché volevo essere io a preparare il caffè da bere insieme a C. nel nostro rito del mattino.
Quel caffè non sono mai riuscita a prepararlo perché il mostro mi aveva ammucchiata sul pavimento in un angolo della cucina, da cui credo mi abbia raccolto attirato dal rumore fatto cadendo. Di quel momento non ho ricordo, mi sono svegliata in un lettino di ospedale del centro ictus, perché questo è il nome del mostro che mi ha aggredito: “ictus”.La conseguenza è la totale mancanza di controllo della parte destra del mio corpo. Ironia della sorte è che quello che fino all’età scolare era un difetto adesso si sta rivelando una “chance”: il fatto di essere mancina non mi ha fatto perdere la parola, riesco a esprimermi in maniera chiara.
Il primo sentimento che ho provato era la rabbia che ancora adesso mi accompagna in ogni momento della giornata quando non riesco a fare cose che prima facevo in automatico e che ora devo imparare come una bambina appena nata.
Con l’aiuto della logopedista ho dovuto reimparare a respirare, deglutire, bere senza soffocarmi, ma anche a sorridere e a usare la lingua per fare le boccacce o schioccarla per chiamare il gatto e mandare un bacio. Tutto questo è argomento di esercizi quotidiani da ripetere all’infinito, pena il rischio di morire soffocata anche solo da un sorso d’acqua.
Poi c’è il recupero funzionale del braccio e della gamba. Attualmente sono ricoverata in un Istituto specializzato per il recupero funzionale, dove i fisioterapisti ogni giorno si prendono cura delle persone come me per metterle in grado di riprendere il controllo del proprio corpo nella sua interezza.
Mi hanno anche spiegato che il disturbo di cui soffro, che se non ricordo male si chiama “Aprassia”, è dovuto al fatto che il cervello non riesce a mandare i giusti impulsi ai muscoli per farli muovere, ma mi hanno spiegato che una buona fisioterapia agisce positivamente anche sul cervello.
In questa struttura la vita è regolata da regole rituali fissi che permettono a tutto il sistema di funzionare”.
[/et_pb_text][/et_pb_column][/et_pb_row][/et_pb_section]