Testi Podcast
Serie “Educati alla Cura“
di Giuliana Caccavale
Anche questo passaggio posturale può essere sia verso il lato emiplegico, sia verso quello sano. Il consiglio è di esercitarlo, non appena possibile, verso entrambe le direzioni. L’entità dell’aiuto fornito cambierà ovviamente a seconda del livello di autonomia già raggiunto dal paziente.
Per rendere il più comprensibile possibile la messa in pratica dei suggerimenti e evitare possibili confusioni, descriverò le varie manovre utili per questo passaggio posturale ipotizzando prima il caso di un paziente con emiplegia destra, poi quello di un paziente con emiplegia sinistra.
Iniziamo allora con un paziente emiplegico destro che si mette seduto dal lato plegico e che necessita ancora di molto aiuto. La persona che assiste è in piedi vicino al bordo destro del letto, posizione che manterrà durante tutto il passaggio posturale.
Il paziente ruota sul fianco destro con le ginocchia piegate e, una volta su quel fianco, appoggia la sua mano sinistra davanti, sul bordo del letto, più o meno all’altezza del suo petto e, spingendosi con quella mano, inizia a sollevare il tronco e la testa dal materasso, rimanendo così parzialmente appoggiato (se possibile) anche sul gomito del braccio plegico. Ora il paziente è quindi semiseduto sul bacino destro, appoggiato a gomito e avambraccio destro.
A questo punto tu fai passare la tua mano sinistra sotto la sua ascella destra e posizionala posteriormente, più o meno all’altezza della sua scapola destra. Contemporaneamente passa il tuo braccio destro al di sopra delle sue ginocchia, fino ad avvolgerle entrambe in modo che la tua mano destra arrivi ad afferrare, sotto, la sua coscia destra più o meno all’altezza del ginocchio. In questa posizione, lo aiuterai senza fatica a portare fuori dal letto entrambe le gambe, facendolo intanto ruotare sul bacino destro, tipo pivot, mentre ne sostieni il tronco con la tua mano sinistra accompagnandone il movimento di rotazione, fino al raggiungimento della posizione seduta.
Ora descriverò lo stesso passaggio posturale effettuato da un paziente emiplegico sinistro che si mette seduto dal lato plegico e che necessita ancora di molto aiuto. La persona che assiste è in piedi vicino al bordo sinistro del letto, posizione che manterrà durante tutto il passaggio posturale. Il paziente ruota sul fianco sinistro con le ginocchia piegate e, una volta su quel fianco, appoggia la sua mano destra davanti, sul bordo del letto, più o meno all’altezza del suo petto e, spingendosi con quella mano, inizia a sollevare il tronco e la testa dal materasso, rimanendo così parzialmente appoggiato (se possibile) anche sul gomito del braccio plegico. Ora il paziente è quindi semiseduto sul bacino sinistro, appoggiato a gomito e avambraccio sinistro.
A questo punto tu fai passare la tua mano destra sotto la sua ascella sinistra e posizionala posteriormente, più o meno all’altezza della sua scapola sinistra. Contemporaneamente passa il tuo braccio sinistro al di sopra delle sue ginocchia, fino ad avvolgerle entrambe in modo che la tua mano sinistra arrivi ad afferrare, sotto, la sua coscia sinistra più o meno all’altezza del ginocchio. In questa posizione, lo aiuterai senza fatica a portare fuori dal letto entrambe le gambe, facendolo intanto ruotare sul bacino sinistro, tipo pivot, mentre ne sostieni il tronco con la tua mano destra accompagnandone il movimento di rotazione, fino al raggiungimento della posizione seduta.
Vediamo ora il passaggio posturale da coricato a seduto verso il lato sano. Qui non farò distinzioni tra emiplegia destra e sinistra, perché non più necessario. Durante questo passaggio il paziente si aiuterà molto con il braccio sano, ma tu dovrai fare molta attenzione nell’aiutarlo a mantenere bene in avanti la spalla, il tronco e il bacino del lato colpito durante l’esecuzione di tutto il passaggio posturale. Come prima, sarai in piedi vicino al bordo del letto dal lato verso il quale il paziente si metterà seduto. Forse avrà bisogno di aiuto per portare fuori dal letto la gamba colpita.
Ricorda che, in entrambi i casi, cioè sia quando il paziente si mette seduto verso il lato plegico sia quando su mette seduto verso quello sano, una volta che è sul fianco e inizia a sollevarsi, le gambe dovranno essere già fuori dal letto, altrimenti sollevare il tronco risulterà molto dispendioso o addirittura impossibile.
Una volta raggiunta la posizione seduta, verifica che i piedi arrivino a toccare bene il pavimento con tutta la pianta; verifica inoltre che il paziente sia seduto con il peso del corpo bene distribuito su entrambi i lati del bacino. Se noti che il peso è tutto o prevalentemente spostato sul bacino del lato sano, aiuta il paziente, chiedendo la sua partecipazione attiva, a portare il peso del suo corpo anche sul bacino della parte plegica, mantenendo comunque bene eretto il tronco anche da quella parte.
Se il paziente non ha ancora acquisito la capacità di mantenere il tronco bene eretto e tende a cadere all’indietro o verso il lato colpito, una volta seduto avrà bisogno di essere sostenuto e contenuto, altrimenti la paura di cadere gli impedirà di mantenere la posizione.
In ogni caso, quando il paziente sta seduto sul bordo del letto deve sempre potersi sentire sufficientemente sicuro, perché se ha paura di cadere tutto diventa più difficile se non addirittura impossibile e il passaggio posturale costerà molta fatica sia a te che al paziente e, soprattutto, sarà un’esperienza associata a sentimenti di frustrazione e inadeguatezza, priva quindi di quei richiami emozionali positivi che, lo abbiamo già detto, sono essenziali in tutti i percorsi di riapprendi mento, quindi anche, come in questo caso, nel recupero di abilità motorie.
Un ultimo suggerimento: non dimenticare che, per il paziente, imparare di nuovo a muoversi da coricato a seduto sul bordo del letto coincide con un avanzamento nel fondamentale processo di riacquisizione dell’autonomia nelle attività di vita quotidiana. Ecco perché, anche in questo passaggio posturale, dovrai coinvolgere il paziente che, compatibilmente con le sue possibilità, deve partecipare attivamente e acquisire progressivamente più autonomia (il che ovviamente deve coincidere con un’entità di aiuto da parte tua progressivamente minore).