Ho ricevuto la mail, giorni fa, di una futura collega che chiedeva suggerimenti per il suo lavoro e ho pensato di risponderle con un video.
Di fronte alle ovvie remore [in ogni caso non metterci MAI la faccia], ho fatto un bel respiro e ho premuto il tasto del cellulare per andare in linea, senza pudore.
E’ facile dire al paziente..su parli…non si preoccupi e poi quando sei tu, a dover essere performante, cancelli e rifai il video milioni di volte nella speranza di essere più efficace la volta successiva. E invece no, lo pubblico così come è, alla prima – pieno di imperfezioni estetiche.
Spero che Maria se ne faccia qualcosa, a me come sempre pare di straparlare ma in realtà il succo del mio discorso voleva rimarcare la necessità di dare vitalità ad un setting riabiltiativo già fortemente condizionato dal sistema entro cui si inserisce (tu sei il paziente e io sono quella che conduce i giochi).
Riassumendo, per identificare strategie utili nella Terapia della Afasia, è necessario:
– AVERE COME RIFERIMENTO UNA TEORIA DEL LINGUAGGIO, IL LINGUAGGIO NON DEVE ESSERE STUDIATO COME OGGETTO O COME TESTO-PRODOTTO MA COME PROCESSO ATTIVO
Pillole educative: Vitalità e Significato nel setting riabilitativo
– ACQUISIRE CONSAPEVOLEZZA DI CIO’ CHE AVVIENE DURANTE L’INTERAZIONE RIABILITATIVA. L’ATTIVITA’ RIEDUCATIVA DEVE COMPRENDERE REPLICARE IL GIOCO D’AZIONE COMUNICATIVA, L’ESERCIZIO DEVE RIVOLGERSI AI PROCESSI CHE PERMETTONO L’ESECUZIONE DELL’ATTO COMUNICATIVO NELLA SUA INTEREZZA E NON ALL’EVOCAZIONE DI SOLI ATTI LOCUTORI (SAREBBE COME FAR FARE DELL’ISOMETRICA A UN APRATTICO)
– RIFLETTERE SULLE CARATTERISTICHE DEGLI ATTORI COINVOLTI E SULL’AMBIENTE IN CUI SI SVOLGE L’INTERAZIONE
Se a qualcuno/a interessa, ho qualche altra pillola da trasformare in video, fatemi sapere
httpv://www.youtube.com/watch?v=S_LbHNwu42E
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