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Serie “Educati alla Cura“
SUGGERIMENTI PER I PASSAGGI POSTURALI A LETTO
di Giuliana Caccavale
Questi cambiamenti di posizione, apparentemente banali e di facile esecuzione, possono risultare molto difficili o addirittura impossibili per il paziente emiplegico. Eppure dobbiamo sapere che si tratta di passaggi posturali importantissimi, che rappresentano il primo passo verso il recupero dell’autonomia, e per questo la loro acquisizione gioca un ruolo fortemente motivante e positivo per il paziente. Inoltre la capacità di girarsi senza fatica nel letto, o comunque di farlo con un minimo aiuto, è fondamentale per la prevenzione di complicanze come per esempio le lesioni della cute, cioè le piaghe da decubito.
Entriamo ora nel merito di questi passaggi posturali, senza dimenticare che non esiste un modo corretto per farli, ma tanti modi diversi (e infatti se osserviamo la modalità di esecuzione di più persone notiamo che ognuna si sposta in modo diverso). Ricordiamoci però che in questa fase le nostre priorità sono due: la prima è quella di consentire al paziente di spostarsi in maniera il più possibile autonoma non appena possibile; la seconda è di evitare sin da subito che impari a fare questi passaggi posturali in maniera scorretta. Ecco allora che con pochi e facili suggerimenti entrambe le nostre priorità saranno soddisfatte.
Per ogni passaggio posturale vedremo prima gli esercizi con cui paziente dovrà esercitarsi per essere poi in grado di eseguire il passaggio in maniera corretta, successivamente vedremo la descrizione precisa delle sequenze di movimento da adottare durante lo svolgimento del passaggio posturale.
I passaggi posturali che vedremo sono essenzialmente due: passare dalla posizione supina a quella sul fianco non colpito e passare dalla posizione supina a quella sul fianco colpito.
Passare dalla posizione supina a quella sul fianco sano: per imparare a fare questo il paziente dovrà prima imparare a sollevare l’arto colpito afferrandolo con quello non colpito (per esempio afferrandolo al polso con il primo, il terzo e il quarto dito, mentre l’indice rimane allungato sul palmo della mano colpita mantenendola così parzialmente aperta), poi alzare entrambe le braccia mantenendo i gomiti estesi e portandole, se ci riesce, sopra la testa. In questa posizione dovrà muovere le braccia prima da un lato poi dall’altro, sempre con i gomiti estesi e mantenendo saldamente il braccio plegico con la mano del braccio non colpito.
Vediamo ora la sequenza per il passaggio posturale, tenendo presente che la rotazione necessaria per eseguirlo deve iniziare dalla parte superiore del corpo, quindi dalla testa, collo e tronco. Per girarsi sul lato sano, dopo aver afferrato con la mano del lato sano il polso del braccio plegico come abbiamo appena visto, il paziente ruoterà verso il lato sano girando da quella parte la testa, il collo, entrambe le braccia e il tronco. A questo punto, se riesce a sollevare l’arto inferiore colpito, dovrà con questo scavalcare l’altra gamba e posizionarlo sul materasso un po’ flesso all’anca e al ginocchio subito oltre la gamba sana, preferibilmente sopra un guanciale per rendere la posizione davvero comoda. Se invece non è ancora in grado di muovere e sollevare come descritto la gamba colpita, colui che assiste lo aiuta a piegare entrambe le gambe al ginocchio posizionando i piedi con la pianta bene appoggiata sul materasso, il più possibile vicino al bacino e, invitandolo a ruotare la parte superiore del corpo come abbiamo appena visto verso il lato sano, sarà sufficiente per girare il bacino e completare la rotazione un piccolo aiuto mettendo una mano dietro alla spalla colpita e l’altra sulla parte latrale del ginocchio sempre del lato colpito, spingendo dolcemente verso il lato sano.
Ora attenzione: quando il paziente è sul fianco del lato sano, controlla che la spalla del lato colpito sia bene in avanti, con il braccio appoggiato su un cuscino posizionato davanti al corpo e con il gomito, per quanto possibile, esteso. Eventualmente, se trova la posizione comoda, potrà abbracciare il cuscino con i due arti superiori, anche se sarebbe meglio che la mano del braccio colpito fosse mantenuta distesa, cioè il più possibile aperta.
Passare dalla posizione supina a quella sul lato colpito: questo passaggio è più facile rispetto all’altro per il paziente che potrà probabilmente farcela da solo perché per girarsi il può usare il braccio e la gamba del lato sano. Ma attenzione: anche quando è sul fianco colpito, la spalla plegica deve essere portata bene in avanti, in modo che il peso del corpo del paziente non gravi su di essa. Ecco perché questa non è una vera e propria posizione sul fianco: in realtà il paziente è solo parzialmente posizionato sul fianco e, di conseguenza, per aiutarlo a mantenere questa posizione facilmente e senza sforzo così che sia davvero comoda, posizioneremo un guanciale bene dietro la schiena, fino al bacino, così da dargli un buon appoggio/sostegno posteriore. Il braccio del lato colpito sarà mantenuto il più possibile disteso al gomito, in rotazione esterna (cioè col palmo della mano verso l’alto) e posizionato più o meno con una flessione di 90 gradi alla spalla. Il paziente posizionerà la gamba sana nella posizione per lui più comoda.