Oggi ho faticato a guadagnare l’uscita all’aria aperta. Diverse voci chiamavano chiunque passasse da lì… “per favore, si avvicini, mi porti con sé, ero qui per fare una lezione di inglese ma qui sono tutti matti, non è che per una lezione di inglese posso restare qui” e subito dopo un’altra voce “mi scusi, può aiutarmi? non ho voluto fare la doccia, ho paura che bagnino la ferita, mi hanno detto non mi laveranno per altri 15 giorni, mi sento così umiliata” e io non ho potuto far altro che posare la borsa ed entrare in due dei mille mondi possibili. Mondi che ho raggiunto in pochi secondi ascoltando contemporaneamente alla mia sinistra, una lezione di inglese e alla destra un lungo racconto su Bilbao, città natale della signora spaventata, e la sua incredibile lingua Euskera. Quando mi è sembrato che tutto fosse più tranquillo, ho ripreso la borsa e mi sono incamminata. Sulla porta mi sono girata un attimo, giusto per incontrare lo sguardo dell’insegnante che mi tendeva la mano dicendo “scusi, signorina, mi può portare con sé?, ero qui per fare una lezione….”
di passaggio in altri mondi
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