La moglie di Jimmy Carter, Eleanor Rosalynn Smith Carter, una volta disse: “Ci sono quattro tipi di persone al mondo: quelli che sono stati caregiver, quelli che lo sono in questo momento, quelli che lo saranno e quelli che ne avranno bisogno “. Chi siede dall’altra parte del tavolo, i “momentanemente sani” come diceva M.T. Sarno, dovrebbe sempre ricordarlo. E lasciare da parte i pressapochismi (si faccia coraggio!), le banalità (vedrà che con il tempo…) e incamminarsi insieme al caregiver lungo la strada della vita, per cercare di riconnettere i fili laddove questi si sono momentaneamente interrotti, ma i fili della relazione, non del cervello, che quelli si riconnettono da sè….e gli amici dovrebbero capire, mentre scappano mille miglia lontano da consapevolezze che li inquietano, che è proprio la fuga la dannazione peggiore perchè non c’è riparo quando la paura supera la voglia di stare insieme agli altri. Vista da vicino, la realtà della afasia non è così terrorizzante come credono loro, fa molto più paura la fragilità di chi non riesce a guardare al di là del proprio naso (del proprio linguaggio ortodosso, della propria quotidianità ordinata…). Quelli che “no, non vado a trovarla, me la voglio ricordare così”. Quelli che “sono troppo sensibile, a me certe cose fanno molto male...”. Quando ci penso mi sale la rabbia nella testa poi mi ricordo che anche io fuggo, fuggo da un sacco di cose. Anche io sono stata una vigliacca, lo sono forse anche adesso, certamente lo sarò ancora e sempre – sempre – avrò bisogno degli altri, vigliacchi come me.
la Famiglia
Tutti in ballo
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